Concetti fondamentali sullo sviluppo della vita psichica
Loro importanza clinica e teoretica
Edward Glover, Londra
Premessa alla traduzione italiana
Infanzia Anormale fasc.18, 1956

Il lavoro di Edward Glover, che il mio allievo Dott. Ignazio Majore ha con molta pazienza e dedizione tradotto in italiano, costituisce il tentativo più coerente, effettuato sinora, di dare un preciso inquadramento metapsicologico al problema dei meccanismi psichici di base, quali si suppongono apparire ed evolversi nell’infante, sin dai primi mesi di vita.
Il problema è notoriamente tra i più dibattuti in psicoanalisi. La stessa estrema oscurità che contraddistingue le fasi pre-verbali dello sviluppo psichico ha permesso le più varie « ricostruzioni » di quei periodi – sino a quelle di Melanie Klein e della cosiddetta « scuola inglese » di psicoanalisi. Il difetto generale di tali ricostruzioni è stato ed è sempre costituito, com’è ovvio, dall’impossibilità di controllare le varie ipotesi mediante lo strumento clinico : quello che ha consentito invece, attraverso un’ormai lunga esperienza, di descrivere con fondatezza, e con largo consenso di vedute, fasi e processi appartenenti ad epoche meno primordiali del divenire psichico.
E’ doveroso riconoscere che l’applicazione sistematica dei principi freudiani ha permesso a Glover di offrirci quanto di meglio e di più sicuro si può dire entro quelle coordinate. Il suo lavoro è simile a quello di chi, non intendendo rinunziare alle più solide premesse teoriche dell’architettura moderna, e ritenendole universalmente valide, facesse uno sforzo illuminato e coraggioso per descrivere, in base a esse, edifizi preistorici lontani, pochissimo noti, e dei quali solo qualche profilo o particolare emergesse da una inaccessibile palude. Tale lavoro ha indubbiamente molte probabilità di adeguarsi al vero – a meno che non si arrivasse un giorno alla sensazionale scoperta che certi criteri di statica o certi rapporti matematici, indiscutibilmente validi nell’edilizia a noi nota, risultassero non altrettanto validi per quei tali edifizi semisepolti, sì da costringerci a rivedere le nostre equazioni ed i nostri concetti.
La « scuola inglese » di psicoanalisi ritiene, come è noto, di avere effettuato appunto clamorose scoperte del genere, e di poter offrire, pertanto, a proposito delle prime fasi di evoluzione psichica, descrizioni fondate su concetti nuovi e diversi da quelli della metapsicologia freudiana. A questo riguardo, c’è chi ha osservato che molte di tali descrizioni presentano gravi difetti logici e semantici, e che non si riesce a conciliarle con quelle psicoanalitiche più conosciute, teoricamente plausibili, e clinicamente confermate: ma è stato anche notato che per quanto imperfette e concettualmente inadeguate, le anzidette descrizioni sembrano talvolta bene avvicinarsi a un contesto di realtà psichica, quale ci viene a tratti rivelata sia dall’analisi di bambini giunti ad esprimersi verbalmente, sia dallo studio paziente e stereoscopico di certe gravissime alterazioni mentali.
Nessuno può dire se le indagini future daranno ragione alla prudente coerenza di Clover, e alla straordinaria abilità con cui egli ha adoperato i classici strumenti lasciatici da Freud ; o se esse concederanno più largo credito a una metapsicologia ancora quasi tutta da farsi, e che si fondasse sulle scoperte (vere o presunte) di Melanie Klein e della sua scuola. Era comunque opportuno che anche in Italia un’autorevole, e tutt’altro che « superata » scuola di pensiero venisse più precisamente resa nota; e a questo riguardo nulla potrebbe servir meglio che la monografia di un vero maestro di dottrina – riconosciuto come tale persino dai suoi avversari quale è Edward Clover.
EMILIO SERVADIO

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