TRANSITO
ad A. T.
Circoli nov-dic. 1932 n°6
Senti le vipere azzurre piegarsi e cantare
nell’antro corroso di strade, rigato di lune;
forse tra poco ribollirà come il mare
la vasca di rose e di piume;
forse cadrà sulla palma che tendi per gioco
il rubino che si riposa;
verrà sù poco a poco
dal gelido coro del fiume
una stella pensierosa.
Andiamo tra i rombi dispersi di cenere e d’oro
verso la foce del tempo e del mondo,
ove ballano il girotondo
tutti gli smarriti amori.
Le vipere azzurre risalgono il cielo,
lampeggia il tuo viso;
ecco le rose placarsi, baciarti il rubino….
Il tuo corpo è uno stelo
tra l’inferno e il paradiso.
Emilio Servadio