Fatti e teorie.
Luce e Ombra 1933

Nel lodevole intento di raggruppare un vasto numero di fenomeni metapsichici sotto il seguo di un’ipotesi interpretativa unitaria, Hans Hanig espone, nel fascicolo di ottobre della «Zeitschrift far Parapsychologie», alcuni suoi punti di vista teorici. Egli ricorda anzitutto che si è fatta strada ultimamente, tra vari studiosi dei fenomeni medianici di ordine mentale, una teoria fisico-psichica, che ammette contemporaneamente l’esistenza dei cosiddetti «piani akasici» , cari alla Teosofia, e quella di una specie di fluido universale, che riunisce gli individui tra loro e li ricollega ai «piani»· anzidetti. Lo stesso Driesch, nella sua recente opera Parapsychologie, menziona d’altronde l’ipotesi relativa alle «cronache akasiche» e considerandola come ammissibile in linea teorica.
Vediamo ora, scrive il Hanig, come questa ipotesi si adatti ai fenomeni registrati. L’esistenza supposta di questo «sferoide radiante», nel quale sono iscrittte le immagini innumerevoli della vita umana dalla nascita in poi e, permetterebbe evidentemente di render conto di ogni forma di chiaroveggenza nel passato e nel presente, in tutti i casi nei quali sia da escludersi la comunicazione telepatica. Così si spiegherebbero, fra i tanti, casi come quello di Therese Neumann di Konnersreuth, la quale destò al Hanig l’impressione di una sonnambula, che ripetesse cose viste e accadute. E’ anche da tenersi presente, secondo lo scrittore, l’eventualità (nel caso della chiaroveggenza nel presente) di una comunicazione «fluidica» tra il veggente e le persone o i luoghi descritti. Per ciò che riguarda la chiaroveggenza nel futuro, è certo che la conoscenza dei supposti «piani akasici» permetterebbe di esercitarla almeno in parte, specialmente tenendo conto delle tendenze, anche inespresse o addirittura inconsce, dei singoli e delle masse. Si spiegherebbero in base a tale ipotesi, p. es., molte profezie riguardanti la grande guerra.
Che tra individui collegati telepaticamente si verifichi una connessione «magnetica» , «fluidica» , è stato sostenuto da vari autori e confermato anche da alcuni medium, per esempio dal soggetto « psicometrico » del Dr. Pagenstecher (Maria Reyes). Come avvenga in pratica questa connessione resta naturalmente del tutto incerto: si può pensare, ma solo pensare, a « onde», «radiazioni» e via discorrendo. Il Hanig, che evidentemente simpatizza con le teorie teosofiche, richiama l’attenzione sull’ «aura» e su quanto hanno scritto in proposito la Besant e il Leadbeater nella loro «Chimica Occulta».
L’Autore interpreta altresì, alla luce delle anzidette ipotesi, i casi di psicometria, in cui però resta problematico se sia da considerarsi specialmente il rapporto del veggente con l’oggetto, o non piuttosto quello relativo all’inconscio dell’osservatore che compie l’esperienza. Anche certi casi di cartomanzia si spiegherebbero, secondo il Hanig, supponendo che attraverso il contatto delle carte il chiaroveggente potesse giungere a una conoscenza paranormale della psiche del soggetto, e quindi delle sue tendenze, desideri, ecc.
Oltre a servire nel campo dei fenomeni metapsichici – scrive concludendo l’Autore le ipotesi abbinate del « rapporto con i piani akasici » e della « connessione fluidica e potrebbero applicarsi utilmente a molti fatti dell’esperienza mistica».
Emilio Servadio

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