Presunte fotografie dell’ «aura » umana.
Luce e Ombra 1934

Con ogni riserva, pubblichiamo due interessanti fotografie apparse nel fascicolo di dicembre, 1933, del «Journal» dell’American S.P.R. Si tratta di fotografie « paranormali », che vengono ampiamente commentate sia dal direttore della Rivista, Frederick Bligh Bond, sia dalla signora cui toccò la singolare sorte di possederle.
F. Bligh Bond ricorda anzitutto come si sia più volte affermato che dei chiaroveggenti avevano visto o potevano vedere la «Luce custode » di un bambino. Sinora, peraltro, non risultava che alcunché di simile fosse stato registrato dalla macchina fotografica (a meno che documenti del genere non siano stati conservati in archivi familiari, non destinati alla pubblicazione). Le due fotografie riportate vennero invece date senza obiezione al «Journal » dalla signora Mabel von Kòkeritz, madre della bambina, insieme con il permesso di pubblicarle. In due lettere riportate nel «journal », la signora von Kokeritz dà fra l’altro le seguenti informazioni:
«… Ho sempre pensato che il ritratto della bimba, preso vari anni or sono, fosse molto interessante. Esso fu fatto quando Elsa aveva circa quattordici mesi, nel nostro giardino di Staten Island. L’ho eseguito io stessa, e non v’era alcuno nelle vicinanze in quel momento. Quando ho visto il ritratto, ho detto: ((Guarda! Elsa ha un angelo custode! »; e ho sempre pensato così dopo di allora. Ho preso in seguito una grande quantità di istantanee e ad Elsa sono state fatte molte fotografie da fotografi professionisti; ma nessuna ha presentato alcun chè di insolito eccetto quella che Le è stata mostrata dalla sig.ra Stevens (v. fig. 2). Questa fu presa da un amico nella nostra dimora estiva alle Thimble Islands, due estati or sono. A un’altra ragazzina venne fatto il ritratto con lo stesso rotolo, nello stesso posto, subito dopo Elsa; ma la sua fotografia non rivelò nulla di speciale….».
Così la signora von Kokeritz nella sua prima lettera, datata 21 ottobre 1933. Nella seconda, in data 27 ottobre, essa accluse le due negative affinchè il prof. Bond potesse esaminarle accuratamente, e fornì qualche altra informazione sulla natura particolarmente «felice» della figlia. A tali lettere il direttore del «Journal » fa seguire alcune importanti considerazioni:
«Ho esaminato criticamente » – egli scrive – « entrambe le negative, le quali sono ben conservate e non presentano difetti, nè chimici nè meccanici… Ciò che mi colpì come del tutto insolito, nell’aspetto della luce a forma di campana che circonda la bimba nella prima figura, è il fatto che la testa, le mani e la parte superiore della vestina ne sono totalmente separati, che essi cioè non ne vengono irradiati in nessun grado. La luce è assolutamente dietro la figura infantile… Non occorre essere esperti in fotografia per comprendere che, se la negativa avesse preso luce, il riflesso della velatura sarebbe continuo e interesserebbe la testa, le mani e la veste della bambina. Invece nella negativa queste zone sono chiare come cristallo nell’ombra. La «luce » appare immediatamente intorno alla figura ed ha un profilo assai ben definito, suggerisce l’idea di una campana, oppure di un manto protettivo. Le due curiose striscie in alto si è pensato potessero suggerire l’idea di braccia sollevate sopra il capo della bimba, e ignude sino al gomito. Ma non essendovi alcuna traccia di corpo ad esse corrispondente, non dò molto peso a questa interpretazione. Esse, e quelle più deboli situate inferiormente, mi sembrano più esser l’effetto di punti luminosi che si siano mossi orizzontalmente durante l’esposizione della pellicola. Ma se erano luminosi, perchè la madre della bimba non vide nulla? E forse questo un altro caso in cui la sostanza recante l’immagine si forma dentro la camera oscura, come avemmo occasione di notare alcuni anni or sono negli esperimenti compiuti al British College of Psychic Science con la medium Mrs. Deane?
«Vi è in questa fotografia », osserva ancora il Bligh Bond, «un altro punto interessante e non trascurabile…: la coda del gatto. Così come appare nella fotografia, essa non sembra affatto appartenere all’animale, tranne che per lo stesso genere di macchie… Il punto d’origine di questa strana appendice è esattamente in basso tra i piedi, vicino al suolo, sotto il corpo del gatto. Da qui, nella negativa, lo si vede passare davanti al piede sinistro posteriore, e raggiungere piena larghezza e maggior chiarità via via che emerge in direzione della bimba. Si solleva quindi, e termina in una punta sottile, circondata da una nebbia luminosa ben percettibile ».
«La seconda fotografia (presa nel 1931) mostra un’aura o una zona luminosa che ricopre il corpo intero e che si estende a una distanza press’a poco uniforme intorno ad esso. Ma in questo caso l’effetto della luce o della nebbia copre l’intera area e le ombre della negativa ne sono annullate. La luce o la nebbia sta perciò davanti alla figura, o, come forse è probabile, intorno ad essa. Solo la testa e la parte inferiore delle gambe sono libere ».
Queste osservazioni di Frederick Bligh Bond ci sembrano abbastanza esaurienti e si commentano da sé. Pur mantenendo, come abbiamo detto, ogni riserva in proposito, dobbiamo riconoscere che l’interesse di queste fotografie è ben superiore a quelle che ci vengono ad ogni momento ammanite come «fotografie spiritiche ». E appunto per questo loro carattere singolare abbiamo creduto opportuno di presentare il caso ai lettori.
Emilio Servadio

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