E’ possibile in stato d’ipnosi risalire alla vita precedente?
Un interrogativo che appassiona gli americani
Il Tempo 16/04/1956

Durante alcune sedute ipnotiche, una giovane signora del Colorado ha parlato ritrovandosi, retrospettivamente, nei panni d’una donna irlandese del secolo scorso.
Sta superando le duecentomila copie di vendita, negli Stati Uniti, un libro che non ha a che fare né con la sessualità dell’uomo o della donna americani, né con « celle della morte », né con gli ultimi scandali di Hollywood. Il volume s’intitola: The Search for Bridey Murphy. I suoi editori, Doubleday & Co., lo spediscono in provincia a mille copie per volta, via aerea. Quanto all’autore…
Ecco: a questo punto la cosa comincia a farsi complicata. Il libro va sotto il nome di Morey Bernstein, che è un uomo d’affari di Pueblo (Colorado) e si diletta d’ipnotismo. Ma il testo si basa su una serie di dichiarazioni fatte, sotto ipnosi, da una giovane signora sua concittadina, di cui non si conosce che lo pseudonimo, « Ruth Simmons ». A sua volta, questa signora ha parlato durante le sedute ipnotiche, non già come una cittadina americana contemporanea, quale risulta all’anagrafe, ma ritrovandosi, retrospettivamente, nei panni di una donna irlandese del secolo scorso, e il cui nome sarebbe stato appunto Bridey Murphy.
Il libro dicevamo – ha conquistato il pubblico americano by storm, e ha convogliato un nuovo, collettivo, enorme interesse sui problemi dell’ipnotismo, della sopravvivenza, e della reincarnazione. In modo particolare, l’attenzione è rivolta alla presunta possibilità che a mezzo dell’ipnosi, un individuo possa essere fatto «regredire» poco per volta nel tempo, sino alla nascita, poi nel buio dello stato pre-natale, ed infine in una « vita precedente ». I dilettanti, non contenti di aver letto il libro, apprendono come far « regredire » l’amico, o la fidanzata, da uno speciale disco longplaying, che porta lo stesso titolo, e fa sentire come si svolse la prima seduta ipnotica con Ruth Simmons (35.000 esemplari venduti alla fine di marzo).

Memorie obliate

Eccettuato qualche studioso, gli innumerevoli lettori di The Search for Bridey Murphy sembrano in genere ignorare non solo che la credenza nella reincarnazione ha più di duemila anni ed è stata, nello scorso secolo, potentemente riattivata dal movimento spiritico di Allan Kardec e da quello teosofico di Elena Blavatski e del colonnello Olcott; ma anche il fatto che « esperienze » come quella condotta da Morey Bernstein con Ruth Simmons furono effettuate già nei primi anni del secolo attuale da ricercatori dotati di audacia e di buona volontà – anche se un tantino ingenui, e piuttosto sprovvisti di nozioni psicologiche e psichiatriche. Basterà ricordare Albert de Rochas, che nel suo libro Les vies successives, uscito nel 1911, racconta come qualmente la signorina Marie Mayo, figlia di un ingegnere, risalisse, nello stato ipnotico, a una vita precedente in cui si chiamava Lina, era figlia di un pescatore brettone, aveva sposato un altro pescatore di nome Yvon, ne aveva avuto un figlio morto all’età di due anni, e via discorrendo. Non basta: continuando a « regredire· »· oltre l’« incarnazione Lina », la signorina Mayo disse di essere stata, precedentemente, un funzionario di ministero colpevole di assassinio, e, prima ancora, la moglie di un uomo di corte del Settecento, Madeleine de Saint-Mare…
E’ bene osservare a questo punto che se la sopravvivenza dell’anima è in ultima analisi una questione di fede, e non si può «provarla» con esperienze di tipo spiritico, è altrettanto impensabile che « ricerche » – su Bridey Murphy o su di altri – del genere di quelle illustrate dall’attuale best-seller americano, possano mai aver provato o dimostrare la verità della reincarnazione. Il testo divulgato da Morey Bernstein è stato sottoposto a una serie di accurate verifiche; e solo in qualche punto le dichiarazioni della sedicente Bridey Murphy hanno trovato corrispondenza in fatti accertabili (per esempio, la descrizione della scogliera di Antrim, in Irlanda); mentre di altre non è stato possibile avere conferma, ed altre ancora – e non poche – si sono rivelate come errori anche estremamente grossolani.
In questo, come in altri casi, non si può certo escludere che nello speciale stato ipnotico, e più o meno indirettamente suggestionati, i soggetti rielaborino in forma anche vivace e convincente cose apprese qua e là, e dimenticate al livello della coscienza (sono ben noti, in psicologia, alcuni interessanti episodi del genere, chiamati di criptomnesia). Ed è persino possibile che in qualche rara occasione, i soggetti stessi presentino lampi di conoscenza paranormale, o extra-sensoriale, descrivendo qualche evento o persona di cui non potevano avere avuto nozione per le normali vie percettive. Tutto questo può dar vita a prodotti di alto interesse scientifico: ma non significa un bel nulla agli effetti non diciamo di una prova, ma anche di semplici indicazioni a favore di una ipotetica reincarnazione…

Vecchia credenza

Gli esperti americani sinora interpellati su The Search for Bridey Murphy – e ne sono stati interrogati parecchi, e di primo piano, come il Dr. Lewis H. Wolbere, autore di un’opera fondamentale, Medical Hipnosis, e di un formidabile trattato di psicoterapia hanno generalmente concluso in tale senso. Escludendo la frode deliberata, o che Bridey Murphy sia l’eroina di qualche romanzo pochissimo noto, essi hanno ritenuto che Morey Bernstein abbia, senza volerlo, indirizzato « Ruth Simmons· »· nel senso di una ipotetica « ricerca reincarnazionistica », e che tutto il tessuto ricamato dal soggetto sia riconducibile a rievocazioni di memorie obliate, e a qualche coincidenza. La costanza con cui la sedicente Bridey Murphy ha impersonato, per tutta una serie di sedute, il suo personaggio, non sorprende chi conosce la letteratura psicologica e psichiatrica sulle « personalità seconde » (famosi, in proposito, casi illustrati nelle monografie di Azam, di Morton Prince, di Walter Franklin Prince). In conclusione: un interessante caso psicologico, che purtroppo non sarà mai possibile studiare a fondo, e con mezzi acconci: poiché il grande pubblico s’è impadronito dei suoi aspetti più sensazionali e superficiali, il signor Bernstein è tornato al sua commercio, e la principale protagonista, sgomenta del chiasso fatto intorno alla sua persona, non esce più di casa, e non pensa neppur lontanamente a far studiare la sua personalità da un vero e competente psicologo, a fini di scienza, e non di fantascienza…
Intanto, nei salotti americani la « regressione » ipnotica è in gran voga, le college-girls « ricordano »· di essere state principesse egiziane, e The Search for Bridey Murphy fila verso il milione di copie.
Emilio Servadio

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