Il fenomeno della « possessione diabolica » alla luce della teologia e della psichiatria
Secondo Corrado Balducci, i veri ossessi presenterebbero, nello stesso tempo, segni di alterazione psichica e manifestazioni extranormali sino ad ora trascurate
Il Tempo 25/05/1959

« … Prima di appoggiarsi all’altare per non cadere, il parroco gridò, e tutti sentirono la sua voce ripercuotersi sotto le navate, «Vade retro, Satana!». Ci fu un attimo di silenzio, un silenzio terribile e angoscioso. Poi come un rombo dl tuono e, di fianco all’altare maggiore, due banchi vuoti si alzarono in aria e ricaddero pesantemente con uno schianto…»
La scena così descritta fa parte di una lunga vicenda di presunta « possessione diabolica ». E’ l’ultimo atto, conclusosi con il comando dell’esorcista, e con la cessazione subitanea e totale dei fenomeni.
« Cose del Medioevo »? Nossignori. L’episodio indicato è avvenuto nel 1953 a Cassina Amata, in Brianza. La ragazza «liberata dal demonio» è la sedicenne Ernestina Taddeo. Il prete che vittoriosamente intervenne è don Gennaro Laurora, parroco.
Il protrarsi, nei tempi nostri, dl accadimenti di questo tipo, basterebbe da solo per giustificare un completo riesame del problema degli « indemoniati », che apparentemente mal s’inquadra nelle coordinate della cultura moderna. Tuttavia l’opera che abbiamo sott’occhio, e che è di gran lunga la più completa ed esauriente apparsa finora, non sarebbe stata scritta se l’Autore – come egli stesso ce lo dichiara – non avesse presenziato e partecipato personalmente a « casi » più o meno simili a quello menzionato. Eccoci dunque alle prese con le 590 pagine de Gli indemoniati, di Corrado Balducci, pubblicato in lussuosa veste dall’Editore Coletti di Roma.
Compito ben difficile, quello del Balducci! Ardua, anzitutto, l’informazione, disseminata in centinaia di libri e di articoli d’indole, intonazione e valore diversissimi. Particolarmente grave, poi, tenere in debito conto i numerosi punti di vista dai quali si può affrontare il problema: quello teologico, quello psicologico-psichiatrico, quello storico-antropologico e – perché no? – quello metapsichico o, se preferisce, parapsicologico. In genere, gli specialisti dell’uno o dell’altro campo tendono a veder le cose secondo i loro schemi, e non troppo si curano degli strumenti e delle vedute altrui.

Chi ha ragione?

E d’altra parte, come e dove trovare conciliazioni e punti d’incontro? Ancora oggi, di fronte a un presunto « invasato » il sacerdote di scarsa cultura potrà pensare subito e senz’altro a una « possessione diabolica » il medico o lo psichiatra di corte vedute dirà probabilmente: « Isterismo » e il dilettante di metapsichica potrà dichiarare che a suo avviso si tratta di « trance » medianica. Chi avrà ragione? Nessuno? o forse tutti?
Dopo essersi letto e annotato qualcosa conte 400 libri e saggi (che sono debitamente elencati all’inizio dell’opera), e dopo avere osservato de visu parecchi disgraziati in preda a presunta «possessione» il Balducci si è messo al lavoro. In primo luogo, come è naturale, ha esposto e commentato il punto di vista della chiesa; poi ha riferito ciò che dicono gli psichiatri nei riguardi dei deliri, dell’epilessia e dell’isterismo; e quindi ha riportato fenomeni e teorie della metapsichica. Superfluo dire che questa terza è la parte più nuova ed interessante del libro. Giustamente il Balducci ha voluto allinearsi ai tempi, e tener conto di ciò che l’indagine scientifica e sperimentale ha potuto dire in merito a certi «misteriosi» fenomeni (conoscenza paranormale, effetti psicocinetici, ecc.), che un tempo erano ritenuti senz’altro «soprannaturali», e spesso «diabolici». Da ultimo egli esamina quella che a suo avviso può considerarsi la «vera » possessione diabolica; enuncia, al riguardo, i criteri diagnostici che gli sembrano doversi adottare, e dà varie indicazioni pratiche. In appendice, troviamo i diffusi resoconti si alcuni « casi » altamente drammatici, e di lettura non consigliabile a chi abbia, come si sul dire, « i nervi deboli ». (Ma già, tutto il libro è destinato a persone culturalmente e psicologicamente ben salde.)
Che cosa conclude, in sostanza, il Balducci? In breve, il suo pensiero si può riassumere così: molti casi che un tempo sarebbero stati considerati di « possessione diabolica » sono oggi da ritener di pertinenza della neuro-psichiatria o, qualche volta della parapsicologia. Ve ne sono però alcuni circa i qual si è, a suo avviso, costretti sospettare, e talvolta a ritenere indiscutibile, l’intervento del demonio. Secondo il Balducci (che anche in ciò si differenzia, aggiornandosi, dagli altri autori cattolici che lo hanno preceduto), il criterio diagnostico che può far inclinare in certi casi verso la tesi della « possessione diabolica » è quello della simultanea presenza, nello stesso individuo, di manifestazioni di grave anormalità psichica e di fenomeni metapsichici. L’Autore porta vairi esempi a sostegno di questa opinione, rilevando a contrariis la relativa indipendenza delle malattie mentali rispetto al fenomeni metapsichici, e viceversa. Beninteso, tale criterio non basta da solo ad autorizzare conclusioni – avverte il Balducci. E’ sempre necessaria una considerazione globale del singolo caso, senza dimenticare fattori importanti come l’anamnesi individuale e familiare, il comportamento e il linguaggio dei soggetti durante le «crisi», ecc. ecc.
I meriti dello studio di Corrado Balducci su Gli indemoniati sono tali e tanti, che chi scrive non ha esitato a raccomandare la sua opera in una breve presentazione. Ma poiché siamo sicuri che il volume si esaurirà in breve tempo, e che l’Autore dovrà presto rielaborarlo per una nuova edizione, vorremmo aggiungere qualche osservazione. La prima – di cui d’altronde lo stesso Balducci, in una nota, riconosce la fondatezza è relativa alla necessità di considerare il problema della presunta possessione diabolica dall’angolo della psichiatria psicoanalitica. Una parte delle vedute psichiatriche onestamente e scrupolosamente citate dal Balducci è ormai del tutto surclassata e screditata dalla psichiatria dinamica d’ispirazione analitica – checché ne pensino certi « conservatori » nostrani, o anche stranieri, sempre più chiusi in un isolamento tutt’altro che «splendido». Sul particolare problema della «possessione diabolica», bisogna convenire che la letteratura propriamente psicoanalitica non è ricca: ma come si può dimenticare che Freud in persona « analizzò » retrospettivamente un caso di « patto col diavolo » quello del pittore austriaco Cristoph Haizmann, nel saggio Una nevrosi di possessione demoniaca nel diciassettesimo secolo, uscito nel 1923, e pubblicato nella rivista Imago? Come dimenticare le preziose osservazioni psicoanalitiche di Ernest Jones nella sua monografia Incubi, streghe e diavoli, uscita in nuova edizione nel 1951? Il Balducci dovrà, a nostro parere, buttare senz’altro a mare parecchie pagine di vecchia psichiatria, e sostituirle con nuova linfa.

Non plus ultra

Così pure, non sarà fuori luogo una certa revisione del materiale e delle citazioni di ordine metapsichico-parapsicologico. Certi fenomeni, certi apprezzamenti, sono oggi diversamente formulabili in parapsicologia rispetto a ciò che si poteva fare trenta o quarant’anni fa: e la posizione di illustri parapsicologi viventi, come Robert Amadou, Jan Ehrenwald o Gertrude Schmeidler, si differenzia non poco da quella che fu propria a un Richet, o a uno Schrenck-Notzing.
Se e quando l’opera del Balducci sarà in tal modo integrata e aggiornata, avremo il non plus ultra (per ora) sul problema degli «indemoniati ». Ma già così com’è, si tratta, come accennato, di un lavoro poderoso, avvincente, e per certi rispetti senza precedenti.
Emilio Servadio

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