Parapsicologia anni '20

PARAPSICOLOGIA ANNI ’20 -METODI RECENTI DI STUDIO E DI CONTROLLO

In Luce e Ombra 1929

Nel n. 9 di « Luce e Ombra » è stato già scritto a proposito di un metodo scientifico di controllo, adottato recentemente da Harry Price. L’articolo che segue tratta, nella sua parte finale, di questo stesso metodo. Riteniamo opportuno conservare allo scritto del nostro collaboratore la sua forma originale, ritornando così sopra un argomento che è di evidente interesse per coloro che seguono i perfezionamenti pratici della nostra ricerca.
LA DIREZIONE.

La questione del controllo e dell’osservazione nelle sedute medianiche non è così semplice come può apparire a prima vista.
Oltre a coinvolgere in pratica una quantità di problemi parziali da risolvere, essa presuppone soprattutto il riconoscimento di alcuni speciali criteri, che coincidono soltanto in parte con quelli seguiti nei laboratori scientifici ordinari.
Il primo interrogativo che si pone agli indagatori è il seguente: sino a che punto il controllo serve alla ricerca? Ossia:
è opportuno che il controllo sia il più rigoroso possibile, indipendentemente dal fatto che esso possa costituire un ostacolo allo svolgersi di certe manifestazioni, o è bene invece assicurarsi un controllo elementare, desumendo la veridicità dei fenomeni dal loro complesso, inimitabile per vie normali?
Come è noto, ambedue i sistemi hanno i loro sostenitori. Non parliamo qui dei fanatici, per i quali una seduta medianica è una specie di rito, che esclude per sua natura l’applicazione di misure anche elementari di garanzia (proporre un controllo, ad esempio, a certi circoli spiritistici equivale ad offendere i loro componenti).
Ma, anche lasciando da parte questo tipo di sedute, si sa che vi sono studiosi serissimi, i quali sostengono che l’abbondanza dei controlli paralizza le manifestazioni e costringe la ricerca a « piétiner sur place ». Il Geley, per fare un nome tra i più stimati, era di questo avviso. E il Richet scrive che occorre, per ottenere dei risultati soddisfacenti, essere molto concilianti circa le condizioni di esperimento e molto rigorosi nelle conclusioni. Altri invece, e specialmente alcuni sperimentatori tedeschi, ritengono che allo stadio attuale della ricerca psichica si deve soprattutto accertare un fenomeno con le più esaurienti garanzie, e che di conseguenza le precauzioni contro la frode o contro gli errori di osservazione debbono essere severissime. Senza parlare, anche qui, degli estremisti di parere diametralmente contrario ai fanatici di cui sopra, ma in un certo senso fanatici anch’essi, per i quali le precauzioni non sono mai sufficienti, i controlli sempre inadeguati, e che invocherebbero il trucco o l’allucinazione anche di fronte alla levitazione di un pianoforte a coda in piena luce.
Come al solito, la via giusta è quella di mezzo; o almeno, ci sembra che sia. Non sembra a noi soltanto, del resto, perchè si tratta proprio della via che attualmente seguono i migliori laboratori del mondo: come quello di Schroder a Berlino, come il «National Laboratory of Psychical Research » a Londra. Anche l’«Institut Méapsychique International», secondo quanto ci è stato comunicato poco tempo fa a Parigi, sta cambiando radicalmente i suoi sistemi di controllo e di osservazione (che non erano davvero disprezzabili) per farli meglio corrispondere alle nuove esigenze.
Ma quali sono queste nuove esigenze?
È semplice dirlo, anche se non è facile adeguarvisi: si tratta di adottare dei controlli che uniscano due requisiti fondamentali: quello di essere rigorosi, e quello di non importunare gli astanti (soprattutto il medium). Quest’ultimo, salvo casi eccezionali, accetta qualunque controllo purchè non lo si obblighi a sottostare a condizioni troppo penose, purchè non lo si costringa a tenere delle sedute in un ambiente che somigli troppo ad una sala anatomica o ad un gabinetto di fisica. Il non aver capito questo, l’aver trattato i soggetti medianici come si trattano gli psicopatici nelle cliniche psichiatriche, è stato causa di una quantità di esperienze negative: le quali, non dispiaccia ai partigiani del controllo a oltranza, hanno giovato alla ricerca tanto poco, quanto le riunioni delle odierne « chiese » spiritiche.

*
* *

Questi principi più moderni e più razionali hanno cominciato, dicevamo, a trovare applicazione; e non sapremmo abbastanza consigliare a tutti coloro che si propongono seriamente di arrecare un contributo alla ricerca psichica di riflettere sul resoconto relativo all’impianto e all’organizzazione del «National Laboratory of Psychical Research » : resoconto pubblicato nel n. 1 del « British Journal of Psychical Research » (1926) e che qui traduciamo, riassumendolo per quanto è possibile.
Il N. L. P. R., oltre alle sale di lettura, di conferenze, biblioteca, ecc., possiede sei stanze per lo studio sperimentale dei fenomeni psichici: laboratorio, stanza delle sedute, locale di passaggio, officina, camera oscura e ufficio. Il locale di passaggio (baffle chambler) separa il laboratorio dalla stanza delle sedute e serve a trasportare oggetti o apparecchi dall’uno all’altra o viceversa senza variare l’illuminazione della stanza delle sedute. Tutte le stanze sono illuminate normalmente a giorno e hanno riscaldamento a gas. La sala delle sedute può essere riscaldata anche elettricamente. I pavimenti sono in sughero e linoleum.
Il laboratorio misura 17 piedi e 4 pollici per 16,4 e ha due finestre.
Su tre lati sono disposti, a muro e combacianti, lunghi tavolati. Vi sono becchi Bunsen in vari punti, e una vasca di porcellana con acqua corrente calda e fredda. Sui tavolati stanno i molteplici oggetti: bottiglie, strumenti, ecc. Delle mensole, uno scaffale per libri, una tavola quadrata di 4,6 di lato completano l’arredamento. Il laboratorio può essere trasformato in camera oscura mediante l’apposizione di pannelli alle finestre. In esso si trovano tutti gli apparecchi fisici e chimici necessari, nessuno escluso. Si aggiungano speciali strumenti per la misurazione di sostanze gassose emesse, un riscaldatore elettrico per cera fondente, bilance chimiche, elettroscopi, galvanometro, barografo, termografo, termometri a ,massima e minima, apparecchio per misurare la circolazione dell’aria, oggetti luminosi, giocattoli musicali, camere isolanti (per la verifica dei fenomeni telecinetici), un’installazione radiotelegrafica, ecc.
La stanza delle sedute ha la stessa ampiezza del laboratorio, ma è provvista di una sola finestra che viene chiusa ermeticamente durante le esperienze. Ventilatori nascosti assicurano il rinnovo dell’aria. Un radiatore di 1ooo watts riscalda il locale, e un termostato lo regola automaticamente in modo che la temperatura rimanga costante.
Le luci adoperate sono diverse. Tre lampade Wratten, al soffitto, possono assumere varie colorazioni mediante schermi. Una luce di 500 watts con schermi colorati può dirigere in qualunque punto della stanza un suo raggio sottile. Una luce piena di 1000 watts può essere adoperata, al bisogno, per fotografie, ecc. Una lampada di quarzo a vapori di mercurio per illuminazione con,raggi ultravioletti si aggiunge alle precedenti. Vi è inoltre un apparecchio per i lampi di luce (con dispositivi per assorbire il fumo), che può essere azionato meccanicamente o elettricamente. Per regolare le luci si hanno quattro resistenze tubolari Zenith (1770 ohms, 0,6 amp.) I reostati permettono di passare per gradi dalla piena luce all’oscurità completa.
Un «dictaphone» consente di registrare nell’oscurità tutto quel che venga dettato a voce alta. Nelle sedute con luce si ha anche una tavola per le registrazioni scritte. Un apposito sistema di illuminazione consente una luce bastevole anche per queste. Un termografo specialmente costituito registra ogni variazione di temperatura che si verifichi durante la seduta. Inoltre vengono adoperati, quando se ne presenti la necessita, gli altri apparecchi di cui dispone il laboratorio.
La stanza ha una tavola, diverse sedie, un sofà, un gabinetto disposto in un angolo e separato da una tenda. La sala delle sedute può essere adoperata facilmente come camera oscura, e si può anche, per la speciale disposizione delle porte, far di essa una sola stanza col laboratorio, per i processi fotografici complicati. Un sistema di microfoni permette di udire nelle stanze vicine il minimo rumore che avvenga nella stanza delle sedute. Il laboratorio ha poi, naturalmente, una speciale camera oscura per lo sviluppo e la stampa delle fotografie, perfettamente attrezzata. Dispone di sette apparecchi fotografici di varia grandezza, due dei quali stereoscopici, muniti di vari obbiettivi, teleobbiettivi, ecc., e di tre apparecchi per ingrandimenti.
Cinque stereoscopi permettono di esaminare in diversi modi le stereofotografie ottenute.
Il laboratorio ha inoltre tre microscopi, uno dei quali ultrapotente con apparecchio per microfotografie. Possiede altresì apparecchi di proiezione per conferenze e una limpidissima sfera di cristallo di 5 pollici di diametro per gli eventuali esperimenti di cristalloscopia.
Nell’apposita officina del laboratorio possono essere riparati tutti gli strumenti, e si può provvedere ad ogni nuova necessità sperimentale.
Il direttore del N. L. P. R., Harry Price, che è indubbiamente un benemerito degli studi psichici per la sua preparazione culturale perfetta, per il rigore dei suoi metodi e per il disinteresse col quale compie le sue indagini, ha recentemente aggiunto ai già numerosi e perfezionatissimi apparecchi di osservazione e di controllo, di cui dispone l’istituto, un nuovo sistema, che costituisce oggi indubbiamente quanto di meglio vi sia in tema di ricerche sulla medianità fisica, e che risponde perfettamente alla doppia esigenza della grande sensibilità e del minimum di fastidiosità. In una conferenza tenuta all’ « Institut Métapsychique International » sopra una serie di sedute col medium Rudi Schneider egli ha avuto occasione di descrivere questo suo ritrovato, e noi riassumeremo ancora brevemente le sue parole, riportate nel n. 4 (1929) della « Revue Métapsychique ».
Occorre premettere, come del resto fa lo stesso Price, che l’idea di accertarsi degli eventuali movimenti del medium, mediante un controllo elettrico non è nuova e non è neppure molto recente.
Già il Crookes nel 1875 aveva chiuso la pretesa medium Fay in un circuito elettrico collegato ad un galvanometro, e un simile mezzo di controllo (del resto non del tutto sufficiente) fu adottato posteriormente da altri sperimentatori. Il Krall, come si può leggere in un articolo dello Schrenk-Notzing pubblicato dalla « Revue Métapsychique » (1927, n. 1), ideò anch’egli un mezzo meccanico di controllo, perfezionando probabilmente, secondo quanto afferma il Price, un’idea manifestata dal Price stesso allo Schrenk nel 1923.
Il sistema del Krall, però, serviva al controllo del solo medium.
Partendo da questo spunto, il Price ha ideato ultimamente un sistema che controlla, oltre al medium, tutti gli altri sperimentatori:
Se si pone una lampadina elettrica da un lato della stanza e una batteria dall’altro lato, e se si congiungono con due fili elettrici, la lampada si accende. Se si taglia uno di questi fili, supponiamo, in dieci pezzi, la lampada non si accenderà se non mediante la riunione dei venti capi corrispondenti ai dieci pezzi, Ma se si adoprano dieci paia di guanti metallici per le mani e dieci paia di calzature metalliche per i piedi invece dei dieci pezzi di filo elettrico, si ottiene lo stesso effetto. Quando tutti i guanti o tutte le calzature sono in contatto, la lampada si accende. Appena si rompe il contatto, essa si spegne.
Riunendo le coppie di guanti e di calzature mediante fili elettrici; disponendo delle placche metalliche in corrispondenza dei piedi, e dei braccioli delle poltrone, si ottiene la chiusura del circuito (e quindi l’accensione della lampada) soltanto quando tutti i membri del circolo sono seduti sulle rispettive sedie, con le mani appoggiate ai bracciòli e i piedi sulle lastre metalliche. Basta che manchi uno solo degli elementi del circuito (che cioè uno solo dei presenti alzi un piede o una mano) perchè la lampada si spenga.
Il sorvegliante principale e il medium formano una unità, controllata da quattro circuiti separati. Tra i due si trovano due placche di piombo avvitate al pavimento. Entrambi portano guanti e calzature metalliche. Quando i loro piedi e le loro mani sono in contatto, i quattro circuiti si chiudono, e sopra un quadro indicatore si accendono quattro lampade. Mancando uno dei piedi o una delle mani del medium, si scorge immediatamente sul quadro quale piede o quale mano egli ha mosso. Le altre singole lampade corrispondono ai singoli sperimentatori. Un reostato può graduare l’intensità delle luci.
Ognuno vede quanto questo metodo, semplicissimo una volta installato, sia rigoroso, e come, d’altra parte, il fatto di portare dei guanti intessuti di sottili fili metallici e delle calzature dello stesso genere non debba dare alcun fastidio né al medium né agli sperimentatori. Le proprietà elementari di un circuito elettrico sono, d’altronde, tali, da rendere impossibile la famosa sostituzione delle mani (trucco Torelli-Viollier) o simili. Se la posizione dei singoli sperimentatori non è perfetta, manca il contatto. Se un piede o se una mano del medium viene mossa, la lampadina corrispondente (che può essere colorata o numerata) si spegne, rivelando immediatamente quale è stato il movimento.
La debolissima luce delle lampadine non è tale da nuocere alle manifestazioni. D’altra parte, non è escluso che si possa porre il quadro fuori della stanza delle sedute, lasciando l’incarico del controllo ad una persona di fiducia, estranea alle sedute stesse, che cortesemente vi si presti.
Il Price, nella relazione in discorso, riferisce gli ottimi risultati ottenuti con questo sistema. È fuori dubbio che esso è il migliore sin qui escogitato, e che « tutti i medium a effetti fisici contemporanei e futuri dovranno sottoporvisi se vorranno essere presi sul serio ».
E ci sembra che questa garanzia potrebbe esser richiesta, oltre che ai medium, anche agli sperimentatori che intendano anch’essi, esser presi sul serio. Giacchè bisogna pur decidersi a comprendere che le ostilità degli ambienti accademici verso le ricerche psichiche potranno essere vinte soltanto mettendo queste, sia pur tenendo conto delle loro speciali esigenze, su un piede quanto più possibile analogo alle altre indagini scientifiche di carattere sperimentale.
EMILIO SERVADIO.

Potrebbe anche interessarti...

Translate »
error: Content is protected !!