La medianità di Melzer.
Luce e Ombra 1934

Il medium Heinrich Melzer è uno di quelli (numerosi, purtroppo) intorno ai quali i ricercatori non riescono a mettersi d’accordo. Per gli uni si tratta di un impostore, per gli altri di un soggetto dotato di rare facoltà. Forse la verità risiede – ancora una volta – nel mezzo. Ad ogni modo, poiché noi non abbiamo avuto occasione di sperimentare con questo medium, ci limiteremo a riferire le voci in pro, così come abbiamo altre volte riferito quelle in contro. Si tratta, nella fattispecie, di un collaboratore della «Zeitschrift für Parapsychclogie», Ottmar Hess, il quale, nel fascicolo di gennaio di questa rivista, pubblica le sue impressioni intorno a una dozzina di sedute col Melzer e ai fenomeni in esse intervenuti.
Come è noto, il lato principale di tali fenomeni è costituito dagli « apporti »: e queste manifestazioni, disgraziatamente, sono tra quelle che meglio si prestano al trucco. L’articolista ne riferisce alcune, le quali, prima facie, potrebbero anche essere autentiche, ma che, a nostro modo di vedere, non vengono affatto da lui dimostrate tali.
Nella seduta del 4 giugno 1932, ad esempio, il medium si trovava, in piena luce, e perfettamente osservato dagli astanti, di fronte a un tavolo, e con le mani posate su di esso. All’« entità » femminile « Lissipan », presunto e spirito-guida » di Melzer, vengono offerti dei fiori, che il medium tiene fra le mani. A un tratto il medium dà un grido di gioia, ed estrae dai fiori delle pietre preziose. Il relatore esclude che le pietre potessero trovarsi tra i fiori, poiché questi non avrebbero potuto sostenerne il peso, e perchè essi passarono di mano in mano prima di giungere al Melzer. Esclude altresì mezzi meccanici, con i quali il presunto e apporto» avrebbe potuto essere effettuato. Ma per conto nostro, nulla sapendo circa l’abbigliamento del medium, o circa una eventuale perquisizione che avrebbe potuto venire eseguita su di lui prima della seduta, non riteniamo escluso che il soggetto possa aver avuto le pietre su di sé, e abbia semplicemente fatto finta di «estrarle » dai fiori. Il relatore, a proposito di un fenomeno analogo occorso nella seduta del 6 giugno, ci informa a vero dire che e le mani e le braccia erano tenute in tal modo che il medium non avrebbe potuto in alcuna guisa manipolare le pietre estraendole dalle maniche», e più oltre ci apprende che le pietre e apportate dal Melzer avevano un valore commerciale assai elevato, tale da non lasciar supporre che il medium – tutt’altro che ricco – avesse potuto acquistarle. Evidentemente tanto l’uno quanto l’altro di questi due elementi favorevoli andrebbero maggiormente circostanziati. Occorrerebbe cioè precisare esattamente come e da chi fu eseguito il controllo degli arti, e se tale controllo fu sempre in atto oppure no; e stabilire altresì esattamente il valore di stima delle pietre preziose nei confronti delle possibilità finanziarie del Melzer. Se ciò non è stato fatto, è evidente che episodi del genere perdono molto del loro valore.
Alquanto più probatoria sembrerebbe invece una manifestazione occorsa nella seduta del 2 dicembre 1932, e che il Hess così descrive:
« Un lungo tavolo coperto; circa venti persone intorno alle tazze di caffè e ai biscotti. Società molto mista. Sul tavolo, ramoscelli dell’Avvento e lumi.
« Siedo a circa 1 metro e 1/2 da un piccolo assieme, costituito da una grande e rossa candela dell’Avvento, posta su un rilievo coperto con ramoscelli di abete. Lissipan compare inaspettata. A un tratto – io guardavo senza intenzione dietro la grossa candela – scopro colà qualcosa di chiaro, che spicca con evidenza sul fondo scuro dell’abete; e ciò, senza che gli altri visitatori l’osservino. Questo « qualche cosa » prima non c’era. Melzer aveva le mani, per quanto mi ricordo, sotto il tavolo o unite insieme, e in ogni caso correva una distanza di oltre un metro tra le sue mani e il « qualche cosa » che stava chiaramente a lato del medium. Lissipan sorride, si adopera per riuscire a toccare la candela, e prende questo e qualche cosa e. Si tratta di una pietra rosa chiaro, a forma di cuore, grande come un uovo di piccione, del peso apparente di una ventina di grammi. Non ho mai visto sinora, in quel genere, una pietra altrettanto grande. A favore del medium milita il fatto che io chiaramente vidi l’apporto prima degli altri ospiti, e prima della stessa Lissipan; cosicché posso fornire la miglior testimonianza che una manipolazione da parte di estranei, quali supposti e compari e, sembra tanto più incredibile in quanto gli astanti si mantennero tutto il tempo lontani da tre quarti di metro ad un metro, e nessuno, durante la manifestazione di Lissipan, mise le braccia sul tavolo: cosa che sarebbe stata assolutamente necessaria qualora fosse stato volontariamente impiegato un trucco ».
Nel caso anzi esposto gli unici criteri di giudizio son dunque dati dalla maggiore o minor facoltà di attenzione del Hess, e dal controllo cui era sottoposto il medium (controllo di cui il Hess, in questa emergenza, nulla ci dice). Erano, insomma, le circostanze d’ambiente tali da escludere la preparazione di un trucco, che per un illusionista anche mediocre sarebbe semplicissimo? Se sì, il fenomeno va considerato con interesse. In caso contrario, non si può attribuirgli un vero valore.
Comunque, non ci sembra che in base a queste relazioni possa risolversi l’« enigma Melzer ». Ulteriori esperienze potranno forse gettare una luce più chiara sulla questione, se non proprio illuminarla in modo definitivo.
Emilio Servadio

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