La metagnomia di Max Moecke
Luce e Ombra 1930 pp.195-196

Conclusive esperienze, in parte attinenti alla comunicazione mento-mentale, in parte alla chiaroveggenza o alla psicometria, ha compiuto il dottor Friedrich Wolf, di Stoccarda, col sensitivo Max Moecke, e ne riferisce ampiamente nel n. 4 della Zeitschrift für Parapsychologie.
Il Moecke non ha nulla, scrive il Wolf, dell’ « uomo astrale ed eterico », ma è persona di bell’aspetto e di robusta corporatura. Sedutosi a prendere il tè con lo sperimentatore, in presenza della moglie di questi e di alcune altre persone, egli diede non meno di dodici prove delle sue facoltà metagnomiche, le quali lo avvicinano ai Reese, ai Kahn, agli Ossowiecki. Riassumiamo le più notevoli per i nostri lettori.
1. Moecke dice bruscamente, esaminando l’anello della moglie del W.: « Stupendo anello… proviene dalla sua suocera… una donna grande… con i capelli bianchi.., molto corretta.., tiene molto alla forma… portava sempre vesti con galloni chiusi in alto… e sopra, una broche di brillanti… ».
Il dott. W. attesta che l’anello aveva appartenuto a sua madre, e che i particolari corrispondevano a puntino.
2. Il dott. Wolf sente le pulsazioni della moglie. Moecke, a una certa distanza dai due, con gli occhi chiusi, segna con la mano esattamente il ritmo del polso, con la massima facilità e precisione. Quando il Wolf spostava la mano e tastava in altro punto dell’avambraccio, Moecke, che voltava la schiena, lo avvertiva istantaneamente.
3. Dopo aver dato i più ampi particolari sulla costituzione fisica e morale, sulle abitudini, sulle circostanze della morte del padre del Wolf, Moecke descrive il carattere dei genitori di lui e la loro vita in comune; in tal modo, che lo stesso Wolf asserisce: « molti tratti di mia madre mi riuscirono allora comprensibili per la prima volta».
4. Il dott. Wolf pone, capovolta, una fotografia sul tavolo, in modo che Moecke non la veda. Dopo aver osservato (giustamente) che il ritratto era stato posto con la testa in giù, Moecke, senza essere interrogato, dichiara: « Una ammiratrice della Duse, grande talento di attrice… aspira alle più alte vette… vedo ora una figura vestita di grigio… c’è della luce che viene dall’alto… vedo delle trecce… sento parlare… sento parole drammatiche… un monologo! Persona di grande energia… fa un viaggio… andrà in una grande città… vedo la stazione… vedo Berlino… tratta con Reinhardt (particolare ignoto al W. e riconosciuto poi esatto)… che cos’è? E’ malata… traversa un brutto periodo, ma si riprende…».
« La fotografia invisibile », commenta il W., « era il ritratto di una giovane attrice.., giunta in due anni ai primi ruoli in un grande teatro, ecc… ». Essa era stata seriamente inferma, ma la sua grande vitalità aveva avuto il sopravvento sulla scarsissima robustezza fisica… Tra le prime sue interpretazioni era stata quella di Margherita nel Faust. « Possiedo un suo ritratto, ov’essa appare in una lunga veste grigia, con le trecce disciolte; la luce scende dall’alto: è la scena del carcere. Evidentemente Moecke aveva visto quest’immagine con gli occhi della mente (la fotografia che giaceva rovesciata sul tavolo, unica da me recata, era un ritratto giovanile della signora) ».
5. Ricordiamo per ultime le esperienze compiute con medicinali. Sei tenuissime soluzioni di sostanze diverse, in bottiglie uguali, rivestite di carta e numerate in modo che nessuno (neppure il Wolf) potesse a priori conoscerne il contenuto, furono date una dopo l’altra al Moecke, il quale afferrava ogni volta il recipiente, e manifestava i sintomi caratteristici che la sostanza abitualmente produce, dicendone in pari tempo le proprietà. Su sei esperimenti, quattro riuscirono alla perfezione. Per altri due il responso del chiaroveggente non fu sicuro (si trattava di preparati specifici agenti sull’apparato genitale femminile).
Il dott. Wolf conclude la sua relazione augurandosi che le straordinarie doti del Moecke possano applicarsi alla medicina (specie alla terapia omeopatica), e alla criminologia. Come è noto, in entrambi questi rami le facoltà metagnomiche sono state sfruttate con buoni successi, e tuttora si compiono notevoli esperienze in questo senso.
Emilio Servadio

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