La telepatia e l’immaginazione
Luce e Ombra 1930

Nel n. 4 (luglio-agosto) della «Revue Métapsychìque» l’ ing. Warcolier, autore degli studi più importanti sinora apparsi sulla telepatia sperimentale, espone i risultati di una serie di interessanti esperienze, corredandoli di numerosi esempi illustrativi, e traendone come al solito conclusioni convincenti ed acute. Il problema considerato dal Warcollier è questa volta «il ruolo dell’immaginazione nell’obbiettivazione del messaggi telepatici sperimentali». Il subcosciente, egli scrive, contiene assai spesso in modo esatto il messaggio telepatico, ma l’emersione di questo nella coscienza si accompagna quasi sempre ad una deformazione, dovuta agli elementi emozionali e immaginativi che vi si mescolano e vi si sovrappongono. Ciò accade particolarmente nella telepatia sperimentale, poiché in quella spontanea il messaggio ha quasi sempre un contenuto affettivo e l’immaginazione costituisce un accessorio, contrariamente a quanto avviene negli esperimenti, in cui l’«attenzione aspettante», il desiderio di riuscire, la disposizione particolare del momento favoriscono le scorribande dell’immaginazione e sono di evidente ostacolo alla trasmissione integrale del messaggio. «Per il percipiente», scrive egregiamente l’ illustre studioso francese, «la telepatia sperimentale è un problema da risolvere, ch’egli abbandona ai suo subcosciente . Essendo per principio eliminato l’elemento volontà, resta l’elemento immaginazione, che opera secondo il suo modo abituale sui dati che gli sono forniti dalla subcoscienza (elementi interiori paranormali), applicando ad essi ampiamente il processo dell’associazione di idee. I risultati di questo sono ben noti ai psicologi, e basterà citare un solo esempio dello stesso Warcollier per capire sino a che punto si possa giungere,h tema di deformazioni associative: un soggetto, a cui vien chiesto di rispondere immediatamente con una parola alla parola Giovanna d’Arco, replica biscotti, e l’analisi dimostra che l’associazione è stata: Giovanna d’Arco – rogo – quadrilateri sovrapposti – biscotti…
L’immaginazione telepatica, poi, aggiunge il Warcollier, «è unica nel suo genere, poiché non ha alcuna limitazione logica: tutto è possibile. Anche l’immaginazione mistica è mantenuta entro strette formule: in telepatia l’ immaginazione ha la briglia sul collo completamente. Il buon telepatista non deve ragionare…».
Citiamo alcuni tra i numerosi esempi forniti dal Warcollier ad illustrazione del suo esposto :
1) il W. disegna due immagini schematiche: una palla sulla sommità di una piramide; il percipiente, sig. E. Bonnet, descrive e disegna: «una caraffa e mi bicchiere su un vassoio [la caraffa tonda, il bicchiere a cono rovesciato sul piede], poi un grosso cristallo. Osservo che il bicchiere riproduce una faccia del cristallo e che la caraffa ne imita grossolanamente la forma». Qui il percipiente «sente la fusione delle immagini che tuttavia suddivide. Si può ammettere che la piramide abbia svegliato il ricordo di un tappo di caraffa; l’idea di vetro si è associata a quella del cristallo; l’immaginazione ha cercato di riunire per associazione i due elementi, palla e piramide, in una unità che gli sembra coerente e in cui l’elemento emotivo è maggiore di quello del disegno primitivo».
2) Il sig. Zeitner disegna una serie di 10 battelli a vela raggruppati in due ranghi l’uno sopra l’altro. La sig.ra Zeltner riceve un’immagine schematica e puramente visiva dell’insieme (le barche come tali sono irriconoscibili) e immagina che si tratti di un motivo ornamentale da tappezzeria.
3) Il sig. G. D. disegna una serie di campane, ch’egli stesso associa mentalmente (e lo nota) con l’idea di campanelline, di campanule (fiori). Il sig. E. Bonnet riceve: a) fiore; b) cielo stellato o ripetizione di disegni, M. E. riceve nella stessa esperienza: la forma, un casco, poi un canestro; infine l’idea di musica. Si osserverà, scrive il W., «che il primo percipiente ha ricevuto l’insieme e il secondo i particolari, ma non l’insieme. Bisogna anche notare che lo stesso fattore dinamico, un oggetto ripetuto, si è associato presso due percipienti con la stessa immagine: un cielo stellato» (allude il W. a un’esperienza descritta precedentemente e che qui non si riporta). L’associazione « campana-casco» di M. E. vien ricondotta al fatto che quest’ultimo aveva letto recentemente un articolo del Warcolijer in cui veniva descritta l’esperienza seguente: avendo M. L. disegnato una campana da chiesa, il percipiente R. W. aveva notato: a) la forma della campana; b) un casco; c) un Gesù bambino (idea religiosa), «L’associazione campana-casco», prosegue il W. «era la via di minor resistenza, per contiguità, all’emersione nella coscienza di M. E. ; poi l’associazione campana canestro fu corìetta immediatamente dall’idea di musica, il che mostra come il messaggio «campana» esistesse sin dal principio, complessivamente, nel subcosciente».
Dopo aver fatto altre osservazioni sul «lampo psichico» che illumina il messaggio, in un modo che l’ immaginazione poi più lentamente cerca di ricostituire, il Warcollier conclude: «L’immaginazione è ciò che vi è di meglio e di peggio in telepatia sperimentale. Si può dire che i percipienti mediocri come noi diventano soggetti telepatici per opera della loro immaginazione; prima normale, poi. paranormale. Ma è interessante constatare nei mezzi insuccessi dei grandi chiaroveggenti gli stessi giuochi d’immaginazione che avvengono nelle nostre esperienze migliori : c’è tanto più di telepatia, quanto meno c’è d’ immaginazione».
Emilio Servadio

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