J. B. Rhine I poteri dello spirito
Roma Astrolabio 1949
PREFAZIONE di Emilio Servadio

Nel marzo del 1946 io ebbi l’onore di presentare agli studiosi italiani, per la prima volta in una pubblica conferenza, l’opera di J. B. Rhine, che già aveva formato oggetto di studi prevalentemente matematico-statistici da parte del mio amico G. Schepis. Il titolo di quella conferenza era: « Una svolta in metapsichica ». Sono lieto e orgoglioso di presentare oggi a un più vasto pubblico il libro che meglio riassume il contributo veramente incomparabile recato da questo grande scienziato americano agli studi che formano oggetto della Collana « La Sfinge ». Nei libro « I poteri dello spirito », l’Autore espone nel modo più chiaro e convincente il riassunto di oltre 15 anni di fecondo lavoro.
L’opera dei Rhine e dei suoi collaboratori sembra sempre più giustificare il titolo da me scelto per la conferenza in cui ne feci la presentazione al pubblico italiano. Si tratta, effettivamente, di una svolta: potremmo dire, di una nuova era nella storia della metapsichica.
L’importanza fondamentale del lavoro del Rhine, e di tutta la «scuola americana» di metapsichica, consiste nell’aver superato vittoriosamente quello che pareva un ostacolo essenziale nell’indagine: la presunta saltuarietà e irripetibilità degli esperimenti. Prima del Rhine, la metapsichica era stata in massima parte lo studio di fenomeni eccezionali, « sopranormali »; di individui straordinari, di « casi » tanto impressionanti quanto fugaci. Il Rhine ha non soltanto dimostrato nel modo più accurato e incontrovertibile la veridicità dei principali fenomeni metapsichici ammessi dalla tradizione e dagli studiosi precedenti, ma ha anche – ed è forse ciò che più conta – indicato e provato metodi che chiunque, in qualsiasi momento, può adottare per giungere ad analoghe verifiche e per sviluppare ulteriormente la conoscenza scientifica in meta psichica: proprio come accade nei principali settori della scienza accettata e costituita.
Il libro che presentiamo comprende anzitutto una rassegna della questione relativa alla telepatia e alla chiaroveggenza, così come era stata posta sin verso il 1930. Il Rhine descrive poi come egli, e i suoi collaboratori, siano riusciti, mediante tecniche laboriose e sempre più perfezionate, ad ottenere la dimostrazione matematica della esistenza di percezioni extrasensoriali e ai determinarne alcune fondamentali leggi. Riferisce quindi le ulteriori ricerche effettuate nei laboratori americani su un’altra importantissima facoltà, quella dell’azione della mente sulla materia, il cosiddetto « effetto psicocinetico » Dal punto di vista della pura ricerca metapsichica appare estremamente importante la conclusione, a cui oggi, sulle orme del Rhine, si deve pervenire: che cioè le anzidette facoltà non sono la prerogativa di singoli con esclusione della grandissima maggioranza degli altri, ma sono invece facoltà inerenti allo psichismo umano indipendentemente da età, sesso, livello culturale, ecc.; e sono ripartite nella specie umana secondo curve graficamente tracciabili e matematicamente esprimibili.
Ma, come è ovvio, una simile constatazione apre panorami sconfinati per le deduzioni che se ne possono trarre circa l’essenza fondamentale dell’uomo. Per la prima volta nella storia è stato dimostrato scientificamente, rigorosamente, che esiste nell’uomo un principio che non si potrebbe definire se non « spirituale », un quid che trascende i limiti dello spazio e del tempo e che può agire sulla materia indipendentemente da qualsiasi tramite fisico conosciuto. Ciò è, beninteso, in piena armonia con quanto di tutti i tempi hanno insegnato le religioni e le filosofie tradizionali, ma, ripetiamo, tali insegnamenti hanno solo di recente avuto una precisa conferma sperimentale, e il più grande merito di ciò va sicuramente attribuito a J. B. Rhine.
Il lettore rimarrà probabilmente meravigliato nel vedere, dalle pagine che seguono, come possa conciliarsi una mentalità di sperimentatore cauto, paziente, rigoroso con una sensibilità del pari straordinaria per i nuovi orizzonti che le ricerche anzidette schiudono, all’uomo in tutte le manifestazioni della vita sociale e collettiva. Il libro si apre con un pensoso interrogativo; nella parte centrale di esso si espone tutto ciò che la scienza può dire per aiutare l’uomo a rispondere; nelle ultime pagine, infine, le sconfinate prospettive aperte dalle risposte della scienza vengono magistralmente indicate.
Io spero che la pubblicazione di questo libro segni veramente anch’essa una «svolta » nella considerazione della metapsichica da parte di tutti gli indagatori del vero, e che esso contribuisca non poco al progressivo inquadramento della metapsichica nei riguardi della scienza, per una maggior comprensione dell’uomo, del suo posto nell’universo, e delle mete finali a cui è destinato.
EMILIO SERVADIO

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