I capisaldi della teoria
Riassumiamo brevemente i capisaldi della teoria, che ieri il prof. Morselli espose alla Società Ligustica di Scienze.
La Psicoanalisi, che ha oggi numerosissimi proseliti in tutto il mondo, che ha dato origine a società, a riviste e persino a cattedre, è sorta dalle indagini compiuta dal Breuer e dal Freud sopra un comune caso d’isterismo. Mettendo a frutto e sviluppando le osservazioni dello Charcot e del Janet, trovò il Freud un significato a quei fenomeni isterici che erano prima creduti incoerenti e non motivati. E ritenne che questo significato potesse condurre a comprendere la natura psicologica della malattia.
Molti fenomeni della nostra vita psichica provengono, secondo il Freud, dal nostro incosciente; sarà dunque in questo campo misterioso, dove regnano oscuri e formidabili i nostri istinti primordiali, che dovremo sopratutto indagare. E due sono gli istinti che agiscono con più forza: quello della conservazione individuale e quello della conservazione della specie.
Ma, mentre il primo si è nel corso dei secoli trasformato, sublimato (per usare un termine Freudiano), il secondo è rimasto al suo stato primitivo, ed ha una carica affettiva potente.
La coscienza superiore si ribella, com’è naturale, agli impulsi dl questi istinti incoscienti, e avviene un conflitto, e un respingimento, il quale può provocare una nevrosi; oppure una trasformazione dello istinto in attività superiori. Il primo è il caso anormale, considerato in modo particolare dal Freud; e dalla repressione degli istinti derivano in ispecie i fenomeni isterici accennati.
L’importanza data all’incosciente è fondamentale, nella teoria di Freud; il quale ha osservato come noi possiamo assistere, nel bambino, allo svolgersi di una attività, determinata dapprima dal solo incosciente, e poi mascherata dall’educazione e dalle esigenze sociali.
Quali sono le vie per cui possiamo indagare nell’incosciente? Principalmente queste: i ricordi, anche lontani, il sogno, i «lapsus», e molti piccoli atti quotidiani.
Il sogno non è altro che la realizzazione dei desideri latenti, dice la teoria; anche nel sogno però la coscienza esercita una vigilanza, una censura, e deforma spesso la rappresentazione della realtà, rivestendola di simboli. Occorrerà quindi decifrare i sogni dell’ammalato.
I «lapsus», creduti per molto tempo insignificanti, sono anch’essi in relazione coll’incosciente, e così certi atti che costituiscono la «psicopatologia della vita quotidiana».
Il metodo psicoanalitico, troppo limitato secondo il Morselli, consiste in una conversazione tra il medico e il malato: questi deve aprirsi interamente al curante, e raccontargli minutamente pensieri, sogni e atti. Il medico, raccolto il materiale, io coordinerà e ricostituirà il complesso nella sua vera essenza.
Altro metodo ausiliario è quello delle reazioni associative, e consiste nel proporre al paziente alcune parole appropriate, e interrogarlo poi sulle associazioni di idee che in lui si destano.
Ma, nata come un semplice «metodo per la cura delle nevrosi», la Psicoanalisi ha invaso poi una quantità di altri campi, immediatamente o meno. Così la repressione degli istinti spiega per esempio quei divieti, quei tabù, che tanta parte ebbero nel storia dei popoli primitivi.
La Psicoanalisi ha trovato, o ha voluto trovare applicazioni principalmente nei campi seguenti: la Psicologia normale (a cui si passa per induzione dal campo della psicopatologia); la Filosofia, della quale vanno posti su nuove basi alcuni problemi fondamentali, come quello del libero arbitrio; la Metapsichica, la Storia, la Pedagogia, l’Arte, la Letteratura…
Il suo avvenire è dunque enorme, come è già grandissima la sua importanza. Basta che essa possa venir sfrondata, e che non si voglia portarla a conseguenze estreme e pericolose. Già fin da ora però possiamo dire che il Freud con la sua teoria ha recato un notevole contributo al progresso umano.
Emilio Servadio