Can. Giuseppe Bennini: I fenomeni medianici – Cotignola, 1929 L. 8.
L’Italia Letteraria 02/02/1930

L’autore, avutane speciale licenza, ha compiuto vari esperimenti di seduta, e ne ha tratto la conclusione che « gli ordinari fenomeni medianici, per quanto meravigliosi e strabilianti, non escono; almeno di regola generale, dall’ambito dei fatti naturali ». E poiché noi siamo d’accordo con l’autore, almeno in tesi generale, potremmo, anche dispensarci dal dire di più, se non volessimo fare a nostra volta la parte del Diavolo, e rilevare alcune mende di quest’opera per tanti rispetti pregevole. Notiamo intanto che se il Bennini rinunzia coraggiosamente ad un dogmatismo parziale, non sa nè può rinunziare ai dogmi più generali che gli fanno ammettere, sia pure escludendoli dalla medianità propriamente detta; i fatti di satanismo, e distinguere fenomeni normali, anormali, supernormali e trascendenti: distinzione che naturalmente noi non posiamo accettare. Inoltre dobbiamo rilevare che la ‘tesi’ del Bennini, per quanto rispondente in massima a quella cui noi stessi aderiamo, è spesse volte sostenuta con argomenti o erronei, o insufficienti; tali cioè, da dar buon giuoco ai sostenitori della tesi opposta: così« p. es, tutta la critica, all’ipotesi spiritica, a proposito della quale rileviamo che il Bennini certamente non conosce il recente volume del Bozzano « Per la difesa dello spiritismo »; chè altrimenti avrebbe risparmiato molte sue agomentazioni, o ne avrebbe trovate di migliori…
Molte altre imprecisioni abbiamo notato, specie nei passi che riguardano la frode; fenomeni teleplastici, l’intelligenza nei fenomeni medianici ecc.
L’autore ha partecipato ad un solo tipo di sedute, e giudica in base a quelle, ed ai libri letti. Le citazioni marginali dimostrano ad abundantiam come il Bennini, quanto a bibliografia, sia rimasto all’incirca al libro del Marselli (che è in tutta l’opera l’autore più rammentato). E allora si capisce l’incertezza dell’autore intorno a fatti ormai provatissimi, e tutto il tono del libro, che ricorda quello del migliori scritti di vent’anni or sono. Dei migliori, diciamo: perchè anche con i difetti che, abbiamo di corsa segnalato, il volume è senz’altro tra, i più notevoli di quanti sull’argomento siano stati pubblicati da scrittori ecclesiastici, e la copia che abbiamo sotto gli occhi è tempestata di segni esclamativi, di interrogativi, di domande, di risposte, di plausi e di dissensi: segno tangibile dell’interesse che ha destato in noi la lettura .

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