Discussioni a proposito del medium Erto.
Luce e Ombra 1931

L’avv. Settimio Mobilio ha pubblicato sul giornale «Idea fascista» alcuni articoli in merito al medium Pasquale Erto, di cui ebbe ad occuparsi a suo tempo anche la nostra rivista (cfr. «Luce e Ombra», 1923, pag. 354 segg., 360 segg.; 1924, pag. 102 segg., 179 segg., 317 segg., 382 segg.). Gli articoli dell’avv. Mobilio sono nettamente apologetici. Secondo lui l’Erto è un medium autenticissimo, e i fenomeni riscontrabili alla sua presenza non possono venir imitati fraudolentemente. Siccome tali affermazioni, in mancanza di veri e propri verbali di seduta (con le relative garanzie), lasciano il tempo che trovano, non avremmo rilevato gli articoli del Mobilio, o li avremmo inviati in visione all’Insthut Métapsychique Internalional. Poiché però l’avv. Mobilio, nel suo articolo del 14 agosto u. s., ha fatto più volte il nostro nome, siamo obbligati ad intervenire, e a mettere, secondo la nostra abitudine, alcuni punti sugli i.
Scrive dunque il Mobilio:
La notorietà così acquistatasi dall’Erto in Francia venne quivi d’un tratto, scossa, so! perchè alcuni scienziati minori… affacciarono dubbi sulla realtà dei fenomeni, e sospetti sulla sincerità di Erto… E così si disse che Erto faceva uso del ferrocerio, speciale amalgama di ferro e ceno… E vi è stato anche qualche studioso: di problemi spiritualistici italiani (sic), come il Servadio, che così ha spiegato il fenomeno. Pensiamo che una consimile spiegazione non sia seria, ecc. ecc.
Chi non conoscesse la fonte dalla quale il Mobilio sembra citare il nostro giudizio, potrebbe credere che esistesse un nostro studio sul medium Erto, e che le nostre conclusioni avessero il tono di una vera e propria tesi. Ma così non è. A pag. 103 del nostro libro « La Ricerca psichica », accennando ai fenomeni luminosi, abbiamo scritto quanto segue:
Un po’ meno comuni dei raps sono i fenomeni luminosi. Si tratta di luci fosforescenti, di globuli, di scintille, di nèbule vaganti, di fiammelle. Sono stati osservati innumerevoli volte, specialmente con Home, Eusapia, Stanislawa Tomczyk, e le luci furono spesso fotografate. I tecnici le dichiarano inimitabili, e il rapido smascheramento dell’ Erto, che ne produceva fraudolentemente con dei ferrocerio, è una prova a contrariis della loro generica autenticità.
Noi non abbiamo mai sperimentato con l’Erto. Per scrivere quanto sopra, dovevamo quindi fondarci su resoconti altrui. Ora ecco, per sommi capi, quanto risulta dalle principali relazioni pubblicate a suo tempo in merito a questo medium. Vedano i lettori e veda il Mobilio se si poteva esprimersi diversamente da quanto abbiamo fatto.
1. Nella «Revue Métapsychique», 1922, n. 6, pag. 354 segg., i dottori Sanguineti e Mackenzie pubblicavano i primi resoconti sulla medianità dell’Erto, concludendo in senso positivo.
2. Ad analoghe conclusioni giungeva la relazione del signor Emilio Caprile, pubblicata in «Luce e Ombra» (1923, n. 11-12, pag. 354 segg.).
3. L’Erto si recava quindi, nel 1924, a Parigi, per tenere alcune sedute all’Institut Metapsychique International. Avuti dei sospetti sulla genuinità dei fenomeni luminosi da lui prodotti, il dr. Geley, allora direttore dell’Istituto, predispose dei controlli minuziosissimi, in seguito alla cui applicazione i fenomeni non si riprodussero. Tali controlli (radioscopie, esame delle cavità naturali, dei vestiti ecc. ecc.) non impedivano però al medium di imporre, durante le sedute, le proprie condizioni (distanza dagli sperimentatori ecc.). Infine, dopoché gli sperimentatori avevano già constatato, per conto loro, che col ferrocerio molti dei fenomeni di Erto potevano essere imitati, il medium tenne un’ulteriore seduta. La radioscopia fu negativa: Per tre quarti d’ora non si produsse alcun fenomeno. Quindi il medium si rimise, nello spogliatoio, calze e pantaloni, poi sembrò cadere in trance, si diresse nuovamente nella sala delle sedute, e, rispogliatosi, produsse una luce assai viva in corrispondenza alla regione epigastrica. Svegliatosi, andò al lavabo e si bagnò la testa, poi chiese un’altra radioscopia, che fu negativa come la prima. Andatosene l’Erto, la stanza dove si era lavato fu chiusa a chiave; l’indomani fu fatto smontare il sifone del lavabo e vi si trovò un blocchetto rettangolare di ferrocerio, lungo i centimetro.
All’Erto nulla fu detto; in una seduta successiva il medium rifiutava di lasciar estendere alla zona genitale l’esame delle cavità, e dopo la seduta veniva trovato, nella maglia che egli indossava abitualmente. per le esperienze, un orifizio in corrispondenza di detta zona: quanto bastava per lasciar passare un piccolo oggetto, nascosto tra le pieghe cutanee.
4. In una lettera all’I. M. I. l’Erto si protestava quindi innocente, e dichiarava che avrebbe tenuto nuove sedute; ma più non si ripresentò. Ne tenne invece con altri sperimentatori, i quali trovarono del ferrocerio e dei pennini d’acciaio (per produrre le luci mediante sfregamento) nei vestiti del medium, a più riprese e in quantità assai notevole. Invitato a scolparsi, l’Erto non seppe che cosa dire: « il est piteux et écrasé », dice il resoconto. Interrogato se avesse qualcosa da dire in sua difesa, rispose di no.
Un illusionista, intervistato, espose sucessivamente con grande precisione quali nascondigli l’Erto avrebbe potuto usare (giova -osservare che l’ Erto, a detta di tutti, compreso l’avv. Mobilio, è buon prestigiatore). Il Geley conclude la sua relazione testualmente così: « Non resta alcun dubbio: i pretesi fenomeni luminosi del medium Erto sono il prodotto di una soperchieria più che abile, genialmente semplice ».
6. In « Luce e Ombra », che aveva riassunto fedelmente la cronaca, veniva pubblicata (1924, n. 11-12, pag. 382) una lettera del prof. Enrico Morselli, in cui era detto tra l’altro testualmente:
…tra coloro, che assistettero in Genova ai fenomeni luminosi, ecc., di quel signore, c’ero anch’io, ad una seduta sola, ma sufficiente perchè dichiarassi tosto ai miei colleghi Masini, Portigliotti, Sanguineti ecc. (tutti miei allievi) che l’Erto era, secondo le mie impressioni, un mistificatore… Vidi la sua fenomenologia essere così artificiosa, che la frode si sentiva di lontano… Quanto ai fenomeni fisici che io vidi e constatai quella sera, un apporto fu così palesemente fraudolento, che ne restammo tutti quasi indignati…, ecc. ecc.

Che cosa ricavare dai dati esposti più sopra, se non che l’Erto, anche volendo concedergli qualche genuina facoltà medianica, deve avere possibilmente a più riprese imitato dei fenomeni luminosi? E come non essere autorizzati a concludere, in una rassegna necessariamente sommaria, nel modo più sopra riportato?
Il Geley e il Morselli, piaccia o non piaccia all’avv. Mobilio, non sono stati nient’affatto tipi di «scienziati minori, che vogliono per forza spiegarsi la ragione di tutti gli occulti misteri (sic) della natura»; ecc. A parte la loro cospicua opera scientifica, tanto l’uno che l’altro hanno indagato, con pazienza ed acume, i fenomeni medianici, concludendo nel senso più apertamente affermativo. Ma non per questo doveva il Geley, doveva il Morselli prender per buoni dei fenomeni che avevan tutta l’apparenza di imitazioni. (1). L’Erto sarà anche un medium genuino, siano disposti ad ammetterlo. Ma perchè allora non si è fatto e non si fa più. vedere a Parigi? Il Geley, purtroppo, è morto, e gli è successo l’Osty. Perchè l’Erto non gli offre di tenere una serie di sedute? Perchè non lo propone al Price, direttore del National Laboratory of Psychical Research. Nessuno più del sottoscritto desidera di poter proclamare quella che è la sua piena convinzione, che cioè l’Erto possiede genuine facoltà medianiche, anche se ogni tanto, come quasi tutti i medium fanno, le sostituisce con dei trucchi più o meno coscienti.
Come più volte ci è accaduto di dover scrivere, la questione della frode nelle sedute medianiche è estremamente complessa, tanto che chi cerca di lumeggiarne a sé stesso e agli altri i diversi aspetti, rischia quasi sempre di essere frainteso. Così, non ci meraviglieremmo che, nonostante tutto quanto abbiamo dichiarato, l’avv. Mobilio ci scambiasse per ipercritici, per negatori ad oltranza o per nemici personali del medium Erto. Ora, noi non siamo nessuna di queste tre cose, ma teniamo bensì a giustificare, per quanto è possibile, il nostro punto di vista: come non si ha diritto di « squalificare » definitivamente un medium per il fatto che egli, in una o più occasioni, sia stato colto in frode, così non bisogna neppure tapparsi gli occhi e rifiutarsi di scorgere la parte d’inganno dove c’è. E gli Stessi medium, se si rendessero conto di questo. dovrebbero essere i primi a desiderare i controlli (purché non incomodi o umilianti), specialmente quando possano aver la certezza che le persone con cui sperimentano siano dotate di buon senso e di umanità. Ma purtroppo queste doti, particolarmente necessarie nelle nostre ricerche, sembrano invece venir a mancare a quegli stessi individui che, in altre circostanze, ne sono abbondantemente dotati…
EMILIO SERVADIO.

(1)L’avv. Mobilio scrive addirittura che il ritrovamento dei pezzetti di ferrocerio «deve far ritenere piuttosto che la mistificazione sia in altri, cioè in coloro che avevano interesse a discreditare Erto, fosse altro, specie se scienziati, per ribadire con l’inganno una propria teorica o tesi». A parte l’enormità di una simile supposizione, che offende tra l’altro la memoria di uomini integerrimi come il Geley, non doveva essere invece desiderio vivissimo dell’Institut Métapsythique International, di poter pubblicare ampie conferme a quanto, nella rivista dell’Istituto, era stato esposto dai dottori Sanguineti e Mackenzie? La supposizione dell’avv. Mobilio, almeno per quanto riguardi l’ I. M. I., è dunque oltre tutto, assai illogica.

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