La dinamica dei sogni cosiddetti paranormali
in AA;VV., Il sogno e le civiltà umane
Laterza, Bari, 1966

Lo studio di quanto è psicologicamente anormale, o extranormale, o paranormale, richiede una conoscenza adeguata di ciò che noi in genere chiamiamo « normale », così come la conoscenza del corpo umano « normale » è la base fondamentale per i nostri studi di anatomia patologica o di fisiopatologia. Ciò, naturalmente, non esclude che a sua volta la extranormalità, o la patologia, possa insegnarci molto intorno alla normalità, e rendere più chiare le nostre idee in proposito. Sfortunatamente, i predetti principi scientifici basilari sono stati, e sono ancora, molto spesso dimenticati o trascurati da coloro che vogliono esplorare quel particolare regno delle « eccezioni » o « curiosità » psicologiche che oggigiorno viene chiamato parapsicologia. È evidente che la conoscenza di meccanismi e teorie psicologiche, per studiare un fenomeno ritenuto parapsicologico, non esclude altri accostamenti o altre discipline. Il termine « parapsicologia » naturalmente non deve essere considerato in senso restrittivo. In questi saggi, noi abbiamo un notevole esempio di multiforme avvicinamento ad un problema, il sogno, che anche se è essenzialmente psicologico, non è assolutamente da ritenersi campo riservato soltanto agli psicologi.
È tradizionalmente risaputo che molte persone, sia anticamente che ai tempi nostri, hanno creduto o credono che i sogni superino, di tanto in tanto, i limiti di ciò che è lo scibile normale, e che rivelino, per vie ignote e difficilmente comprensibili, qualche precisa informazione sino allora sconosciuta. Tuttavia, gli studi moderni hanno trascurato, in genere, questo preteso aspetto del fenomeno del sogno, ed hanno elaborato delle teorie che danno una spiegazione più o meno soddisfacente del sogno considerato come una manifestazione naturale e normale della mente. Queste teorie, in genere,, scartano anche i predetti sogni ritenuti extra normali o paranormali, dichiarando o insinuando che essi sono inesistenti, o che per lo meno non sono stati provati.
Altri seri studiosi dell’argomento, come ben sappiamo, sono di diverso avviso, e fondano le loro conclusioni su una grande quantità di esempi ben convalidati di sogni « paranormali » che sono stati pubblicati e classificati sin dal secolo scorso, ed anche, molte volte, sulla loro esperienza personale diretta. Io non esito a dichiarare che sono fermamente convinto dell’esistenza di un certo tipo di esperienze psicologiche che si verificano durante il sonno (possiamo chiamarle sogni per il momento), le quali implicano una conoscenza extranormale o paranormale di pensieri o avvenimenti esterni al soggetto. Io considero questo presupposto come già provato, e quanto dirò partirà appunto da questa premessa, che non è mia intenzione o scopo dimostrare o discutere.
Che cosa dovrebbe fare uno studioso, secondo il mio parere, allorché si propone di esaminare un sogno che si presenta alla sua attenzione come « paranormale », ossia che sembra implicare conoscenze « extra sensoriali », « telepatiche », o forse «precognitive»? In breve, prima di tutto bisognerà che egli esamini e decida se l’oggetto della sua indagine è, o meno, un sogno nel senso psicologico abituale. Infatti, l’avvenimento in questione potrebbe rientrare in uno dei seguenti casi:
a) Una invenzione. Naturalmente è la cosa più facile del mondo inventare un sogno apparentemente « paranormale », per vari motivi, consci od inconsci.
b) Una illusione. Penso che in molti casi, forse nella maggior parte, la persona che riferisce un sogno ritenuto « paranormale » sia semplicemente la vittima di un’illusione. Il desiderio di essere il protagonista di qualcosa di eccezionale e di affascinante può indurre facilmente chiunque ad alterare e a colorire una comunissima esperienza di sogno, e quest’ultima, infine, può essere pensata e descritta come un « caso » di telepatia o di precognizione in un sogno. Uno dei primi casi studiati da Freud apparteneva appunto a questo tipo.
c) « Immagini psicagogiche ». Sotto questo titolo vorrei descrivere alcune serie particolari di immagini, che possono venire in mente durante stati mentali crepuscolari, o poco prima di prendere sonno, e che sembrano apportare messaggi, insegnamenti o avvertimenti. In alcuni casi il soggetto di una esperienza simile può pensare che sia avvenuto un fenomeno « paranormale », e può affrettarsi a riferirlo, sempre in buona fede, e con le solite alterazioni, senza rendersi conto che le immagini in questione appartengono, quasi sempre, ai suoi processi mentali profondi, e non hanno alcun valore paranormale.
d) Un normale avvenimento psicologico durante il sonno, diverso da un sogno. Come ben sappiamo, non tutto ciò che avviene durante il sonno è effettivamente un sogno. Dopo il risveglio, può capitare di ricordare, in modo alterato, alcune deboli impressioni percettive (uditive o tattili), e si può credere che siano state elementi di un sogno « paranormale ». Una signora di mia conoscenza aveva percepito vagamente, durante il sonno, il tenue rumore che proveniva dalla stanza da bagno lì vicino, dove sua figlia stava facendo una doccia ad un’ora insolita, cioè la mattina molto presto. La signora in questione credette di aver sognato tutta la scena. Quando si svegliò, e seppe come erano andate le cose, si convinse di aver fatto un sogno paranormale!
e) Soltanto un sogno. Come ben sappiamo, i sogni, varie volte, possono essere molto vividi, e colpire il soggetto a un punto talc che solo alcuni secondi dopo essersi svegliato, egli si rende conto che « era stato solo un sogno ». Alcune persone, non necessariamente ignoranti o ingenue, si possono ingannare a causa di questa particolare qualità di alcuni sogni, e credere che l’avvenimento non sia affatto un sogno « ordinario »: anzi, che esso sia stato un viaggio compiuto dallo spirito, liberatosi dal corpo, attraverso lo spazio ed il tempo. Io credo che alcuni casi di quella che oggigiorno viene chiamata da alcuni studiosi, « chiaroveggenza viaggiante », non siano altro che sogni particolarmente impressionanti, i quali non sono stati considerati per ciò che erano. Ogni psicoanalista ha avuto a che fare con molti esempi di questi sogni ritenuti « straordinari », ed è stato in grado di esaminarli e di utilizzarli secondo le prestabilite e normali regole dell’interpretazione dei sogni.
Naturalmente non c’è dubbio che tutti gli esempi e le categorie di esperienze, di cui abbiamo parlato sinora, abbiano un interesse psicologico. Ogni psicologo ha avuto, certamente, molte occasioni per indagare i motivi interni che possono spingere una persona a fabbricare un sogno falso; oppure per studiare la sottile influenza reciproca della percezione e dell’immaginazione negli stati simili al sogno; o, infine, il processo attraverso il quale si crede vera qualcosa perché la si desidera intensamente, il che attira molta gente nei fantastici labirinti e nelle trappole dello pseudo-paranormale. Qui, tuttavia, dobbiamo esaminare quei fenomeni psicologici che possono avere una certa importanza per la teoria del sogno. Secondo la mia opinione, questi fenomeni sono i seguenti:
1) Sogni che il paziente crede paranormali, ma che non possono essere né provati né accettati come tali. Come abbiamo detto poco fa, questi sogni si possono, in genere, valutare ed interpretare”, secondo le abituali tecniche analitiche. Tuttavia, ho notato che, in alcuni casi, la credenza soggettiva di una persona che si sottopone ad una analisi, cioè la convinzione di aver avuto un sogno paranormale, dà al sogno stesso una particolare importanza, e deve essere considerata con speciale attenzione. In base alle mie personali osservazioni, sarei propenso a dire che la presunta qualità « paranormale » del sogno è, in questi casi, una difesa specifica, per mezzo della quale il paziente cerca di far fronte ad un materiale molto rimosso e lontano dall’Io, soprattutto di un genere scopofilico (voyeuristico), simulando perciò che il materiale si sia presentato da solo, come un fulmine a ciel sereno, senza che vi fosse coinvolto il paziente stesso. È inutile dire che la tendenza generale a considerare i propri sogni come paranormali, rivela tratti caratteristici della personalità, che variano da una narcisistica mancanza di sensibilità verso i propri problemi psicologici, sino a strutture sottogiacenti megalomaniche e paranoicali.
2) Presunti avvenimenti telepatici o precognitivi che possono occorrere durante il sonno, ma che non sono veri sogni. Questa è una distinzione proposta da Freud in un suo studio, Sogno e telepatia, che uscì nel 1922. A questo riguardo, posso ricordare brevemente che secondo la teoria psicoanalitica, il sogno è un segno, o un insieme di segni, contenenti un significato. Questo significato, tuttavia, deve essere scoperto, perché l’aspetto manifesto del sogno è soltanto il risultato finale di una notevole elaborazione interna, che Freud ha chiamato Traum-Arbeit (lavoro del sogno). Le operazioni del lavoro del sogno presiedono alla distorsione delle idee latenti (ossia del vero significato) del sogno, per presentare il risultato al paziente in una forma che non gli dia troppo fastidio. È inutile che descriva i vari meccanismi del lavoro del sogno, come la condensazione, lo spostamento, il capovolgimento, il simbolismo, ecc., che chiunque può trovare nei libri di psicoanalisi. Il punto sul quale desidero soffermarmi è il seguente. Freud, nel suo Sogno e telepatia, come in alcuni altri scritti susseguenti sullo stesso argomento, ha sostenuto che il lavoro del sogno può effettuarsi nei riguardi di uno stimolo, o di un elemento telepatico, così come in quelli di qualsiasi altro elemento del materiale costitutivo dei sogni, sottomettendo l’elemento predetto a qualsiasi genere di distorsioni. Il risultato, come vedremo, potrebbe anche non essere riconoscibile, come avviene per le idee latenti di un sogno quando il sogno non è ancora stato interpretato. In altre parole, l’opinione di Freud era che poteva essere possibile scoprire elementi paranormali, ammesso che tali elementi effettivamente esistessero, non nel contenuto manifesto del sogno, ma nel suo contenuto latente, dopo aver eliminato le distorsioni causate dal lavoro del sogno.
Tuttavia, Freud non scartò la possibilità che uno stimolo telepatico potesse colpire una persona addormentata, e provocare una immagine stagliata nella sua mente, cioè una immagine che poteva essere nitida e veritiera come una fotografia. Svegliandosi, il soggetto avrebbe senz’altro detto di avere fatto un sogno molto significativo: ma, secondo Freud, si sarebbe sbagliato. Egli sostiene che l’esperienza del soggetto non sarebbe affatto un sogno: sarebbe un’esperienza telepatica durante il sonno, così come si potrebbe avere una esperienza telepatica durante l’ipnosi, o in uno stato mentale crepuscolare, o anche mentre il soggetto è completamente sveglio. Tali esperienze, dice Freud, non hanno nulla a che vedere con i problemi del sogno. Se si verificano, appartengono ad un’altra serie di fenomeni naturali.
Come vedremo, ciò non significa che tali pseudo-sogni telepatici siano avvenimenti « così », senza alcuno sfondo o condizionamento psicologico. Ma, naturalmente, dobbiamo ricordarci la differenza che sembra esistere tra questi fenomeni e quei sogni effettivi che possono contenere dati paranormali.
3) Possiamo ora finalmente rivolgere la nostra attenzione all’ultimo fenomeno, ossia ai sogni effettivi che hanno come fattori strutturali elementi paranormali manifesti o latenti. Freud diede un esempio classico di questi sogni: è il sogno della nascita di due gemelli, talmente noto che penso sia sufficiente menzionarlo. Nel relativo commento, Freud sostenne per la prima volta che il lavoro del sogno poteva aver alterato il Wunsch del soggetto (una fantasia incestuosa), obnubilando in qualche modo la ricezione telepatica di un avvenimento, che il soggetto, altrimenti, avrebbe potuto cogliere nettamente e con precisione.
Nella mia esperienza psicoanalitica mi sono trovato di fronte a parecchi sogni di questo tipo, ed ho potuto verificare che la presenza di elementi paranormali, in essi, era sia nel contenuto manifesto che in quello latente, o in entrambi; inoltre, ho constatato che i sogni in questione possono essere interpretati nel modo più minuzioso e soddisfacente, soltanto se i predetti elementi par anormali sono debitamente considerati. Altrimenti i sogni stessi possono apparire quasi ingiustificati e, entro certi limiti, incomprensibili.
I modi ed i mezzi attraverso i quali un eventuale elemento paranormale viene incluso in un sogno ed elaborato nel lavoro del sogno, possono essere molto diversi. L’elemento in questione può essere manifestato apertamente, o in modo allusivo o simbolico. Può essere molto condensato, o apparire in una forma ingannevole. In un particolare sogno, in cui un mio paziente porgeva ad un uomo una penna stilografica e non riusciva a riaverla, la penna, che appariva come un elemento telepatico, era il punto d’incontro di una intera gamma di problemi riguardanti le difficoltà psicosessuali del paziente, ed una crisi nella vita dell’analista, avente a che fare con scritti e pubblicazioni. È inutile aggiungere che la penna stilografica era anche un simbolo fallico!
In un’altra occasione, un mio paziente fece un sogno in cui vide mia moglie in un luogo sui mare, con tre bambine delle quali mi disse con esattezza l’età, anche se, coscientemente, egli sapeva che noi avevamo solo una figliola, e non aveva alcun motivo per pensare che mia moglie si fosse recata al mare con nostra figlia e con due nipotine! Tutti questi dettagli erano assolutamente esatti. Nello stesso sogno, la presenza di un piatto di fettuccine aveva una relazione diretta con un evento imminente nella vita dell’analista, era il simbolo di una mammella che era stata tolta al soggetto da parte di un padre trascurato ed egoista, eccetera. Io ho scritto, in due diversi articoli apparsi nell’« International Journal of Psycho-Analysis », la storia completa dei due predetti sogni. La ristrettezza di spazio non mi permette di trattare di nuovo questo argomento, e di ripetere i commenti dettagliati della rispettiva indagine analitica.
Quali possono essere, dunque, le vere ragioni dinamiche, se ve ne sono, che possono provocare e condizionare un sogno « paranormale »? Questo è probabilmente il punto più importante nel nostro caso, ed è il punto in cui la psicoanalisi può dare il migliore aiuto alla soluzione di un vecchio problema. Il problema si riduce, infatti, a chiarire se dobbiamo considerare i sogni paranormali, presunti od effettivi, come manifestantisi senza alcun motivo specifico immaginabile, cioè in un sistema al di fuori di ogni causalità, tempo e spazio « sincronistico » (come lo avrebbe chiamato il prof. Jung); oppure se possiamo, entro certi limiti, giustificare il loro avverarsi da un punto di vista psicologico e psicodinamico. Secondo me questa giustificazione è possibile, ed ho cercato per molti anni, ed in molte pubblicazioni, di dimostrare come e perché sia così.
I concetti-chiave per capire la dinamica dei sogni paranormali sono la frustrazione e il transfert. Per frustrazione intendo qualsiasi genere di ostacolo, fisico o psicologico, che possa prevenire o impedire l’espressione o la comunicazione. Per transfert intendo, seguendo la concezione di Freud, l’accompagnamento emozionale e inespresso di quasi tutti i tentativi umani di comunicare: un accompagnamento che è parte integrante di uno dei bisogni primari dell’individuo, quello di cercar di ristabilire una perduta unità primordiale, colmando le distanze e riempiendo le lacune fra il «sé» ed il « tutto », Questo è il transfert che Freud ha chiamato « un fenomeno universale della mente umana », un fenomeno che « di fatto domina l’assieme delle relazioni di ciascuna persona con il suo ambiente umano » e che l’analisi « semplicemente isola e mette in evidenza ».
Se il transfert, in questo senso più ampio, è un meccanismo emozionale primitivo, inteso a colmare « distanze » (sia fisiche sia mentali) tra le persone(a causa degli ostacoli e delle frustrazioni che vengono considerate non superabili mediante mezzi più progrediti), è quasi naturale che esso dovrebbe essere accompagnato da tentativi di esprimere in immagini, segni e simboli il suo senso ed il suo significato particolare. È, inoltre, comprensibile che tali immagini, segni e simboli debbano far parte di una lingua rozza, primitiva e regressiva: una « lingua dimenticata », come la chiamerebbe Erich Fromm, In effetti, essa non è dimenticata, bensì in disuso. Ma in alcune particolari occasioni e condizioni mentali noi tendiamo tutti ad adoperarla di nuovo. Le occasioni e gli stati mentali più frequenti e più conosciuti al riguardo si verificano mentre dormiamo, ossia quando sognamo.
Nel 1932, Freud affermò che la telepatia « può essere l’originale metodo arcaico mediante il quale gli individui comunicavano tra loro, e che è stato messo da parte, nel corso dello sviluppo filogenetico, dai migliori sistemi di comunicazione consistenti nei segni captati dagli organi di senso ». Io, a mia volta, affermo che allorché la « distanza » tra le persone viene sentita come insopportabilmente frustrante, a causa dell’urgenza di qualche tipo di comunicazione che « deve » essere comunque effettuata, gli individui possono ricorrere a quell’« originale metodo arcaico » di comprensione reciproca, per rozzo e limitato che sia, e ritornare a un sistema più immediato di comunicazione, o meglio ancora, ad un certo tipo di « comunione », ossia ad un contatto telepatico, paranormale. Lo stato di sonno, ed il carattere regressivo del sognare, rendono i sogni, e i fenomeni ad essi simili, i mezzi più adatti per questo tipo di eventi.
In un tipico sogno telepatico, o in un evento telepatico che si manifesta durante il sonno, noi troviamo in genere un legame emozionale (transfert) tra due persone; un evento emotivo singolare, di tipo oggettivo o soggettivo; condizioni avverse ad una comunicazione migliore (distanza, mancanza di aiuto, inibizioni, rimozione); la necessità di sconfiggerle; e, infine, lo stato di sonno che è regressivo, e favorisce il ripristino di sistemi arcaici di espressione del pensiero, come i sogni.
Ciò che ho appena descritto molto brevemente, riguarda la dinamica generale del sogno paranormale, così come ho potuto studiarla e valutarla nell’ambito particolare della situazione analitica, dove i principali fattori motori di tali sogni, la frustrazione ed il transfert, possono essere attentamente e particolarmente analizzati. Vorrei ora fare alcune osservazioni intorno ai problemi interpersonali del paziente, che sembrano sempre avere un rapporto diretto con i predetti processi dinamici. Qui, in particolare, mi si permetta di dire qualcosa della mia esperienza analitica personale. Secondo me, un paziente può fare un sogno «paranormale» (che in genere contiene o mostra alcuni avvenimenti specifici della vita dell’analista) in situazioni specifiche di transfert e controtransfert, ossia, quando, per qualche ragione, sembra sentire (inconsciamente) che l’analista trascura lui, e i suoi problemi, perché è emotivamente preoccupato con problemi, propri od altrui, dello stesso genere. La prima scoperta di questo meccanismo venne fatta nello stesso periodo, dal dott. Istvan Hollós in Ungheria che Husserl ha tentato nel Manoscritto A IV 14 (1930-1932) consacrato alla nascita, alla morte, al sonno, all’inconscio.
Giacché parliamo d’inconscio, occorre qui riaffermare che l’inconscio per Husserl dipende sempre dalla presenza e dalla coscienza. II centro, il Kern, è sempre la presenza. L’inconscio viene a coincidere con ciò che si allontana dalla presenza, con le Abschattungen. Esso è inerente soprattutto al tempo, ma è legato necessariamente allo spazio. In ultima analisi si può dire che per la fenomenologia l’inconscio è anche ciò che viene chiamato mondo materiale esterno. Da questo punto di vista l’inconscio è la modalità con cui la materia esterna si presenta nel soggetto. L’inconscio così inteso, come già abbiamo detto, non è mai interamente «presentificabile» alla coscienza. Per questo motivo l’uomo è radicato nella materia inconscia o, meglio, nella materia inerte. Ciò significa che il compito consistente nel trasformare l’inconscio in conscio è affidato in origine ai lavoro materiale, al lavoro che vince l’inerzia o, come dice Sartre, alla praxis pratico-inerte. Si può rappresentare la storia dell’umanità come una costante interpretazione dei sogni, come una psicoanalisi continua, come una trasformazione del nascosto in rivelato, dell’oscurità nel fenomeno. Ma questo processo della storia è una praxis e un lavoro. E’ una lotta perpetua contro la materia inerte. E’ una tecnica che trasforma la materia in materia lavorata dall’uomo, in un mezzo per la vita della società umana. Questa praxis, in quanto contiene nella sua concrezione un’analisi psicoanalitica di ciò che è nascosto ed un’analisi dei sogni dell’uomo, non è una praxis cieca. E’ una praxis che vede ed è cosciente. E’ infine la trasformazione del sogno nel significato della verità.
Emilio Servadio

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